mercoledì 16 aprile 2014

Visita alla cantina Borin

Sono stata in visita presso questa cantina sabato scorso in occasione di una visita del'AIS con i ragazzi che stanno frequentando il I livello del corso. Conosco personalmente uno dei due figli e l'impressione che mi aveva trasmesso in precedenza è stata riconfermata dal fratello, dal padre e dalla madre: una famiglia pulita, semplice e genuina. Persone che amano il proprio mestiere, pacate e in grado di trasmettere con le parole serenità ma allo stesso tempo denotano una grande professionalità.
Dove si trova l'azienda: i suoi vigneti si estendono sui colli Euganei, nella località Monticelli di Monselice. Hanno circa 40 ettari di terreno dove coltivano le uve Serprina, Pinot bianco, Chardonnay, Manzoni bianco, Moscato giallo Fior d'Arancio, Merlot, Cabernet Sauvignon e Franc (quest'ultimi tre per dar vita al loro taglio bordolese).
Il padre è docente presso l'Università di Agraria (non ricordo sinceramente le competenze specifiche) e quando in mezzo ai vigneti ti racconta le metodologie di coltivazione e le tecniche utilizzate per combattere le malattie della vite ti perdi...Parla troppo tecnico, non ne sono all'altezza... Quello che mi piace è che lavorano con una filosofia a basso impatto ambientale, in un "terroir" favorevole alla coltivazione della vite sia per il microclima che per le condizioni dell'acqua e dell'aria.
Abbiamo assaggiato un Moscato fermo a base di Moscato Giallo. Quest'ultimo è un vitigno molto antico la cui terra di origine pare essere situata nei territori della Georgia e dell’Azerbaijan o forse in altri paesi dell’Asia Minore come la Siria e l’Anatolia. Il nome “giallo” venne attribuito a tale varietà intorno al 1910 dal conte Marzotto, in quanto le uve mantengono il tipico colore giallo anche a maturazione molto avanzata.
Ha dei profumi molto intensi, tra i quali quelli della frutta a polpa gialla matura e il profumo della zagara (il fiore dell'arancio). Al naso ricorda un pò i vini alsaziani . Ideale per un aperitivo alternativo.
Abbiamo poi assaggiato uno Chardonnay profumato ma con meno intensità. Lo sapevate che questo vitigno pare sia nato da un incrocio spontaneo tra una vite "pre-addomesticata" ed un vitigno proveniente da quella zona che oggi corrisponde a Slovenia, Croazia, Bosnia, Montenegro e Albania? E pensare che io credevo fosse tutto francese.
Abbiamo poi assaggiato un taglio bordolese molto giovane, quindi un vino di media struttura adatto per carni rosse ma non certo per brasati o preparazioni più strutturate.
Infine un moscato fior d'arancio spumante, molto molto dolce e con basso tenore alcolico. Si sposa bene con dolci a pasta lievitata come focacce, colombe e panettoni...Non è il mio genere ma comunque scende con piacere!
Che dire… tra i quattro vini io ho preferito il primo, il moscato giallo secco.
Ma non completamente soddisfatta a fine visita quando ormai tutta la ciurma se ne era andata mi sono fermata a chiaccherare con il padre il quale mi ha fatto assaggiare il Serprino, vino da vitigno tipicamente autoctono, l’uva Serprina, progenitrice del Prosecco. Ha un sapore molto fresco e frizzante!




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